
Formazione e Carriere Project Management: intervista a Gerard Martial
Gentile Gerard Martial,
innanzitutto grazie per la sua disponibilità a intervenire nella rubrica “Formazione e Carriere” di ISTUM – Istituto di Studi di Management.
Qual è la sua attuale posizione lavorativa?
“Lavoro come Process Engineer, e tra le mie principali attività c’è quella di seguire i progetti direttivi nelle aree produttive, oppure identificare i progetti di miglioramento dei KPI necessari, richiederne l’avvio, seguirli fino al raggiungimento degli obiettivi. L’altra parte importante è il supporto continuo alla produzione.”
Quali sono gli aspetti critici che caratterizzano il suo ruolo professionale (necessità di competenze e caratteristiche personali)?
“Gli aspetti che personalmente ritengo più critici nel mio ruolo professionale sono, in primis le capacità interpersonali e l’intelligenza emotiva, per quanto riguarda le attività di daily e supporto alla produzione, perché essendo il fulcro tra vari enti aziendali, esterni e l’area manufatturiera, bisogna essere in grado di riconoscere i segnali di conflitto e placcarli, recepire le esigenze e necessità di tutti e saper darci risposte tempestive. In secondo per le attività progettuali che richiedono una conoscenza alta dei processi di realizzazione del prodotto e quelli interni all’organizzazione, processi tecnici e qualitativi, informativi, gestionali e di compliance. Il terzo (quello più difficile secondo me) saper far accettare e guidare il cambiamento, individuare e rimuovere le resistenze.”
Quali ritiene siano stati i fattori di maggiore importanza nel suo sviluppo di carriera? In particolare, potrebbe descriverci gli aspetti più significativi in termini di esperienza lavorativa che hanno maggiormente contribuito alla sua crescita?
“I principali fattori d’importanza nel mio sviluppo, secondo me, sono la flessibilità e le capacità di adattamento, la curiosità, l’autocritica e il miglioramento continuo. Uno dei progetti che ha aiutato molto la mia crescita professionale è stato la definizione, realizzazione, installazione e messa in funzione di una linea di assemblaggio semi automatica, perché oltre all’aspetto tecnico mi ha spronato anche nell’aspetto gestionale e manageriale. Mi ha permesso di conoscere i miei limiti personali e professionali e identificare meglio gli aspetti e i margini di miglioramento come tecnico, come leader e come persona.”
In chiave formativa, invece, quali sono stati gli eventi più importanti a cui ha preso parte e che impatto hanno avuto sul suo sviluppo professionale o di carriera?
“In chiave formativa, mi ricordo i primi progetti a cui ho partecipato come membro del team, guardavo le attività e gli obbiettivi sempre e solo dal punto di vista del processo, come si suol dire con i paraocchi. Ma sul primo progetto dove mi è stata data la responsabilità di P.M ho iniziato a collaborare non più saltuariamente con alcuni enti ma attivamente influenzando le loro attività o processi, ho dovuto iniziare a capire le loro necessità e gli impatti dei progetti su di essi. In questo modo, ho imparato a guardare la situazione più dall’alto e iniziato a muovermi anche in dinamiche più sociali che tecniche e tecnologiche. Gestire il lavoro di progetto, mantenere la squadra concentrata sugli obbiettivi da raggiungere nei tempi stabiliti, nello stesso momento aggiornare i dati e i principali decisori sullo stato di avanzamento. Da lì mi sono apparsi meglio i miei punti di forza e tutte le aree da migliorare con formazioni, aggiornamenti e i gap da colmare per riuscire ad essere sempre più efficace ed efficiente nel mio lavoro, da cui l’Executive Master MASPM in Project Management con ISTUM.”
Lo staff di Istum Istituto di Studi di Management ringrazia Gerard Martial, per la cortese intervista e invita chi volesse richiedere informazioni sul Master MASPM in Project Management a cliccare qui.