Formazione e Carriere QHSE: intervista a Augusto Faldon
Gentile Augusto Faldon,
innanzitutto grazie per la sua disponibilità a intervenire nella rubrica “Formazione e Carriere” di ISTUM – Istituto di Studi di Management.
Qual è la sua attuale posizione lavorativa?
“Attualmente mi trovo in una fase di transizione: sto passando dalla posizione di coordinatore ufficio HSE di una grande azienda dell’edilizia (circa 80 siti produttivi e 650 dipendenti) operante nel nord-est Italia, all’inserimento come QHSE manager in un’azienda del settore del mobile (unico sito e 140 dipendenti) che opera in tutto il mondo.”
Quali sono gli aspetti critici che caratterizzano il suo ruolo professionale (necessità di competenze e caratteristiche personali)?
“Premetto che parlo del mio attuale impiego non potendo sapere ancora bene nel dettaglio cosa affronterò da settembre. Il mio ruolo attuale lo trovo delicato nel senso che è caratterizzato da un lato dalla necessità di trasmettere all’Alta Direzione, che è caratterizzata da un taglio fortemente pragmatico, la complessità operativa insita nell’applicare e gestire correttamente tutti gli aspetti normativi; da un altro lato è caratterizzato dalla necessità di gestire i desiderata degli organismi di controllo che non prescindono dagli aspetti formali che diventano spesso sostanza.”
Quali ritiene siano stati i fattori di maggiore importanza nel suo sviluppo di carriera? In particolare, potrebbe descriverci gli aspetti più significativi in termini di esperienza lavorativa che hanno maggiormente contribuito alla sua crescita?
“Nel mio caso ritengo che parlare di carriera sia davvero troppo prematuro, non sono ancora nessuno e sento di avere ancora tutto da dimostrare, a me stesso e agli altri. In ogni caso sono dell’idea che considerare il percorso lavorativo e di vita di una persona disgiunti significhi vivere una vita a metà: lavorare per vivere è un piano di molti ma le persone di successo, con focus e padrone della propria vita (in un certo senso felici talvolta anche senza saperlo) vivono per lavorare ma non nell’accezione negativa della costrizione a farlo, bensì in quella positiva ove si sentono talmente realizzate nel proprio lavoro che scelgono di fare del loro lavoro la loro vita, ecco quello è il mio obiettivo. Per il resto sono convinto che per raccogliere soddisfazioni bisogna essere in grado di portare risultati ed offrire certezze e per farlo ci sono tantissimi aspetti da cercar di far collimare: competenza, carisma, sbagliare poco. Poi ci sono le strategie per cercare di raggiungerli: formazione, rispetto, farsi voler bene… Ho ancora delle opinioni fondate su troppe poche evidenze per avere e dare certezze ed ho finito le 10 righe.”
In chiave formativa, invece, quali sono stati gli eventi più importanti a cui ha preso parte e che impatto hanno avuto sul suo sviluppo professionale o di carriera?
“In chiave formativa l’aver concluso un percorso di laurea seppure in ritardo, a causa di vicissitudini che me lo hanno imposto, senza più sostegno economico della famiglia e il non aver mai mollato per non pentirsene un domani. Il mio piano oggi è compensare, con percorsi formativi pratici e qualificati, (tipo il Master MASGI in Sistemi di Gestione Integrati per la Sicurezza, l’Ambiente, la Qualità e l’Energia) la magistrale che non farò mai (con buona pace del sistema accademico italiano in formato liceone: tutta teoria e niente pratica dove alla fine sai tutto ma non sai fare niente).”